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  • R.L.

"Noi esseri umani siamo come alberi...


...radicati al suolo da un'estremità, protesi verso il cielo con l'altra. Tanto più possiamo protenderci quanto più sono forti le nostre radici terrene. Se sradichiamo un albero. le foglie muoiono; se sradichiamo una persona dal suo corpo, la sua spiritualità diventa un'astrazione senza vita".

Alexander Lowen, da "La spiritualità del corpo", 1990.

Del rapporto fra l'uomo e la natura se ne sono occupate numerose discipline, comprese la filosofia e la psicologia delle prime ore.

Seguendo l'evoluzione della nostra società, l'attenzione degli studiosi si è concentrata su contesti specifici (lavoro, famiglia, differenze culturali, ecc.) o artificiali come quelli delle sperimentazioni scientifiche e di laboratorio. L'essere umano in quanto specie biologica è stato relegato in secondo piano, e così anche noi abbiamo dimenticato l'importanza delle nostre origini.

Nonostante questi sforzi di emancipazione dal mondo degli istinti la parte inferiore del corpo ci ricorda sempre da dove veniamo. Defecare e riprodurci, ad esempio, sono funzioni rimaste invariate nei secoli e molti di voi leggendo queste parole avranno provato comunque dell'imbarazzo, come se vi avessi scoperto nel fare qualcosa di privato, primitivo, sporco, come se considerassimo spregevole il nostro retaggio animale.

La biologia e le altre scienze della vita ci ricordano che togliere una specie dal suo habitat può minacciarne la sopravvivenza, e questo vale anche per l'animale uomo.

Quello che sempre più spesso l'esemplare "cittadino" della nostra specie dimentica è che senza la natura ed i suoi stimoli corriamo il rischio di perdere il significato dell'esistere ed incorrere con maggior frequenza in disturbi dell'adattamento e dell'umore.

Sentire una connessione con il mondo naturale ha una valenza benefica sotto molti punti di vista, impossibili da citare tutti in questa lettura.

Chiunque abbia provato a praticare corsa, trekking, arrampicata o semplicemente fatto un pic-nic o un'escursione naturalistica comprende subito la differenza fra queste attività e lo sport negli ambienti chiusi ed artificiali.

L'immediata reazione del nostro corpo è di iniziare a respirare profondamente, di conseguenza attivare l'attenzione verso gli accadimenti corporei e quindi divenire più consapevoli di quello che avviene dentro e fuori di noi. E' grazie a questo meccanismo che l'esercizio fisico, combinato alla respirazione profonda incide notevolmente nella riduzione dello stress e degli stati ansiosi.

Il solo immergersi in un ambiente naturale risveglia parti del cervello di solito poco utilizzate: il sitema nervoso comunica ai sensi di attivarsi come quando eravamo anche noi cacciatori e prede, ma non essendo oggi in situazioni di pericolo possiamo goderci il bello di queste sensazioni.

Molti poeti hanno ben reso l'immenso stupore che si prova in queste situazioni, ci sentiamo parte di un tutto che funziona con regole proprie basate su flessibilità, spontaneità e individuazione dei più profondi bisogni. La coltre depressiva che prima ci ammantava si dirada, i soliti ragionamenti che si alimentano dello scontento quotidiano si allontanano sempre più.

Vivere nel nostro tempo è diventato faticoso proprio perchè siamo costretti a violare i ritmi naturali, sempre più tesi ad inseguire standard e modelli che non hanno nulla a che vedere con la nostra natura animale.

Richiamare a sé l'appartenenza alla terra aiuta molto a riappropriarci di un senso che si è perduto, a recuperare il vero motivo di azioni che compiamo meccanicamente nel quotidiano. Ad esempio, avere una buona forma fisica non serve a riflettere un'iimagine di vincente e di salute, ma è necessaria se vogliamo reagire agli stimoli esterni con lucidità e in linea con le nostre esigenze.

Un esercizio pratico per l'esemplare "cittadino"

A questo punto sarai disposto a riconoscere i benefici che si ricavano da una giornata trascorsa all'aria aperta. Se proprio non riesci a ritagliarti un momento da passare immerso nella natura, puoi svolgere questo esercizio nel comodo della tua abitazione.

Inizia rivolgendo i tuoi pensieri alle sensazioni provate durante un'esperienza naturalistica per te appagante, ed osserva cosa cambia, anche impercettibilmente, nel tuo corpo.

Focalizza l'attenzione sulla respirazione e prova a modificarla molto gradualmente, accrescendo profondità e movimento toracico fino a che non avrai la sensazione che i polmoni possono espandersi nella cavità toracica (respirare con la pancia).

Stando in piedi, con le gambe parallele ed evitando di serrarle fra loro, fai in modo che la tensione della parte superiore del corpo (in particolare mandibola, collo, spalle e schiena) si allenti; puoi aiutarti facendo dei movimenti tipo stretching o delle "scrollatine" delle parti del corpo più tese, finchè non ti sentirai sciolto.

Badando che le articolazioni della parte inferiore del corpo (anche, ginocchia, caviglie) siano morbide, cioè tenendole leggermente flesse, prova a scaricare tutto il tuo il peso sulla pianta dei piedi, che per effetto della gravità dovresti sentire saldamente ancorati al terreno.

Quando sarai allenato ad assumere questa posizione, naturale in tutti i bipedi ma spesso diementicata dall'uomo, stabilisci un contatto energetico (attivo) con il suolo: ad ogni inspirazione la pressione sul terreno aumenta, e si attenua quando espiri.

Ascolta le sensazioni che induce questo esercizio senza giudicarti, non pensare se stai facendo bene o ti senti ridicolo. Attraverso questa pratica ti stai connettendo con la Terra, la Grande Madre, il punto d'origine sul quale fare affidamento per un sotegno e dal quale poter sempre ripartire.

Nonostante

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