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Immagine del redattoreR.L.

EDUCARE IL CORPO AD ESSERE INTELLIGENTE

Ciò che siamo e ciò che esprimiamo con la nostra presenza fisica è determinato dalle emozioni che sperimentiamo in quel momento.

Un processo di apprendimento o un qualsiasi tipo di interazione con il mondo non può prescindere dal considerare anche la dimensione corporea ed affettiva, cercando di comprendere il motivo di quei blocchi, tensioni ed espressioni acquisite nel tempo che ci fanno sentire (e percepire dagli altri) a disagio e poco “intelligenti” nell’affrontare alcune circostanze della nostra vita.


Photo by Jean Paul Bourdier


Il corpo è sempre implicato nei nostri processi di pensiero attraverso la complessa rete di neurotrasmettitori che lo percorrono, inviando e ricevendo messaggi che possono essere interpretati emotivamente in modi molto diversi da individuo a individuo a seconda di come sono stati classificati in precedenza.

Molte delle ricerche e studi sul tema apportano contributi fondamentali alla comprensione di questo complesso fenomeno (Le Doux, 2002). È stato dimostrato che esistono terminazioni nervose che entrano in contatto diretto con le cellule immunitarie. Questi punti di giunzione dialogano costantemente con il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario e sensitivo, determinando il dispiegamento di alcune difese e una specifica interpretazione delle sensazioni corporee. Vale a dire che le emozioni possono essere sperimentate come dolore o piacere, o anche farci ammalare, in modi e per circostanze molto diverse per ognuno di noi, a seconda di quale memoria sensoriale abbiamo acquisito durante la nostra vita. Ecco come si giustifica la somatizzazione, quel riportare attraverso manifestazioni generali o localizzate del corpo i sentimenti vissuti in eccesso.


Includere la conoscenza di questi meccanismi neuro-fisiologici nei programmi educativi e di promozione del benessere può essere molto importante per pianificare dei processi di trasformazione individuale e sociale più efficaci.

La maggior parte dei programmi psicoeducativi ideati per promuovere l’intelligenza emotiva si basa proprio sul principio di lavorare congiuntamente sulla parte cognitiva e quella emotivo-sensoriale.

Proponendo sempre più momenti esperienziali, esercizi di consapevolezza rispetto ai cambiamenti dei propri stati d’animo, di rilassamento, stimolando inoltre la capacità di elaborare un pensiero creativo e divergente, si può ottenere il consolidamento di nuove strategie comportamentali rispetto a situazioni che ci mettono in difficoltà e suscitano reazioni emotive intense, spesso fortemente disturbanti rispetto alla nostra capacità di espressione.


L’Analisi Bioenergetica può contribuire a conoscere e modulare i propri stati d’animo ed avviare quel processo di conoscenza e potenziamento della propria intelligenza corporea, qualità adattiva a tutte le condizioni di vita.

I movimenti bioenergetici hanno lo scopo di permettere alla persona di recuperare un rapporto sano con la propria fisicità, riscoprendo il senso comunicativo di tensioni, posture, particolari atteggiamenti e reazioni fisiologiche. Ristabilendo il libero movimento dell'energia del corpo, si dà avvio ad un processo di definizione di Sé, utile strumento per direzionare le proprie aspettative e aspirazioni.

Non si tratta dunque di un esercizio orientato al recupero di una buona forma fisica, ma di un processo di integrazione e consapevolezza rispetto a come il nostro essere fisico, emotivo, mentale e spirituale può recuperare quell’equilibrio ottimale in grado di farci sperimentare il miglior livello di benessere possibile.

Conoscere, in Analisi Bioenergetica, non significa forzarsi con la volontà a mantenere delle posture o a produrre quei gesti che sappiamo comunicare sicurezza e intelligenza, ma diventare in grado di produrre quello stesso comportamento spontaneamente, come risultato della nostra capacità di sentire un’emozione, comprenderne il significato e mettere in atto quei meccanismi di autoregolazione che ci consentono di non essere travolti dai nostri stati d’animo.


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