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  • Immagine del redattoreR.L.

LA LIBERTA' SESSUALE COINCIDE CON LA LIBERTA' AFFETTIVA?

Se la libertà di determinarsi sessualmente sembra essere stata ampiamente affrontata nella nostra cultura, liberando dallo stigma diverse espressioni del piacere, è sufficiente fare una veloce ricerca per verificare che alla parola AMORE corrisponde ancora una definizione di esclusività della relazione, di vincolo possibilmente eterno e fra due persone di sesso differente.


L’aspettativa in merito all’amore appare molto più stereotipata rispetto a quella sessuale. Molte persone si concedono giustamente di esplorare le potenzialità del sesso alla ricerca della propria dimensione ideale di espressione e godimento, quotidianamente compaiono nuove definizioni che descrivono la varietà delle esperienze sessuali possibili. Mentre l’amore diventa sempre più temuto e tenuto alla larga dalle nostre vite.


Le esperienze pregresse di storie andate a finire male piuttosto che la difficoltà di manutenzione della relazione, sembrano indurre a considerare il nostro bisogno affettivo come qualcosa da evitare e bistrattare.

Sembra pervasiva una logica comune basata sulla considerazione che, se è possibile ottenere molto velocemente incontri sessuali occasionali di tutti i generi con diversi partner, è inutile sprecare il proprio tempo a stabilire relazioni, col rischio poi di investire su qualcosa che potrebbe finire o ferirci.


A mio parere, tutto dipende dall’immaginario che ognuno di noi ha rispetto all’amore. Se considerato come sentimento assoluto e salvifico, trasceso in quell’incontro perfetto con l’altro che ci completerà sanando tutte le nostre ferite, implica l’idea di concedere al partner un potere smisurato che non siamo disposti ad accordare, ovviamente. Un ideale romantico e dolcissimo che appena sotto la superficie comporta il rischio di una disintegrazione totale del nostro essere quando l’altro viene a mancare.


La soluzione più comune a questo rischio diventa dunque quella di chiudere il nostro cuore, accontentandoci di scarni succedanei dell’amore, corredati da regole ferree quanto illusorie rispetto alla possibilità di un coinvolgimento più profondo: facciamo sesso ma non parliamo, facciamo sesso ma non ci abbracciamo, facciamo sesso ma solo sul divano, e via discorrendo, ognuno declamando il proprio decalogo sessuale. Si stabiliscono pertanto relazioni sempre più aride e parziali, dove il principio vigente è quello di esporsi abbastanza per suscitare un coinvolgimento sessuale, ma non troppo da poter sollecitare dei sentimenti più teneri.


Se, invece, consideriamo l’amore come sentimento che appartiene a noi stessi, che nessuno è in grado di toglierci perché radicato nella nostra capacità di amare, l’altro ci appare quale mezzo per esprimerlo, in qualsiasi forma possibile e non necessariamente in via esclusiva ed esaustiva.


È la differenza che corre fra DESIDERIO e BISOGNO a cambiare i termini della questione, e non tanto lo stabilire dei limiti aprioristici su come comportarci per ottimizzare l’incontro con l’altro rendendolo il più indolore possibile. Desiderare vuol dire sentirsi pieni, in grado di prendere e di donare senza che questo comporti la perdita di parti di noi. Semmai può costituire un arricchimento alle nostre vite; anche se a volte si può sentire il dispiacere di aver perso un oggetto d’amore, rimane sempre viva la fiducia di poter stabilire nuove relazioni altrettanto soddisfacenti. Avere bisogno ha più a che fare con la necessità di riempire i nostri vuoti, di trovare finalmente la figura di un salvatore esterno che saprà prendersi cura di noi, realizzare tutti i nostri desideri di cura e non provocarci alcun male.


L’amore, in qualsiasi tipo di relazione, dovrebbe sempre essere concepito come RELATIVO e non ASSOLUTO. Siamo tutti imperfetti, carenti di qualcosa o alle prese con le nostre difficoltà attuali e i nostri trascorsi, non possiamo essere in grado di essere presenti totalmente per l’altro e per i suoi bisogni se non in brevi momenti. Non possiamo pretendere che una sola persona possa soddisfare appieno le necessità della nostra vita interiore, che è compito personale di ognuno esplorare, sanare e arricchire.


Con lo stesso entusiasmo col quale ci mettiamo in gioco esplorando la nostra sessualità cercando di liberarci da pregiudizi, stereotipi e paure, possiamo fare altrettanto con le nostre emozioni più morbide, affidandoci alla capacità di rimanere centrati su di noi e sull’amore che portiamo a noi stessi.


Aprirci all’altro in uno scambio affettivo sincero, anche se imperfetto, è una necessità naturale dell’essere umano che nutre l’anima e ci fa sentire in contatto con gli altri, rendendoci possibile lasciare aperto il nostro cuore a tutte le fonti di amore, dato e ricevuto, in tutte le sue più piccole, grandi e pur sempre preziose manifestazioni.



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