Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla.
Un detto cinese che mi sembra essere più che mai attuale, in previsione del momento storico che a breve affronteremo.
La cosiddetta "Fase 2" è alle porte, e con essa la necessità di realizzare che l'isolamento cui siamo stati sottoposti non spazzerà definitivamente via dalle nostre vite il virus e tutte le sue conseguenze fisiche, psicologiche, sociali ed economiche.
Negli ultimi mesi la nostra vita da bruchi ha subito tanti cambiamenti e ri-adattamenti di ogni sorta: abbiamo riposato o lavorato in condizioni estreme, abbiamo cucinato o fatto i conti con le file al supermercato, abbiamo trascorso del tempo con i nostri figli e i nostri familiari o ci siamo confrontati con le nostre solitudini e insoddisfazioni.
Un periodo relativamente breve per sperimentare una gamma di emozioni vastissima, da vivere nel misurato spazio dei nostri appartamenti o dei luoghi di lavoro divenuti matrigni.
Un periodo nel quale, gradualmente, siamo passati dal senso di costrizione ad un nuovo adattamento, in alcuni casi felice e pieno di nuove consapevolezze e nuovi obbiettivi, in altri deludente scivolamento nell'impotenza e nella resa.
Eppure...
Eppure...
Non posso fare a meno di notare lo straordinario parallelismo con il processo terapeutico, in particolare con quello che conosco meglio, dell'Analisi Bioenergetica.
Finora è come se tutti noi avessimo vissuto a livello comunitario ciò che solitamente avviene nel contesto terapeutico: dal malessere iniziale che richiede soluzioni che spesso non funzionano, dalla consapevolezza delle emozioni che emergono anche in modo inatteso, caotico e intenso, fino alla comprensione del momento presente e della storia che abbiamo vissuto e stiamo vivendo.
Letto da questa prospettiva, la Fase 2 corrisponde al momento di agire il cambiamento.
Non più fermi ad aspettare che qualcosa cambi senza aver messo in campo nuovi piani e nuove scelte di vita, non più confortati dal vittimismo o da leggi della casualità, ma pienamente consapevoli di ciò che vogliamo, che ci può far stare bene, cui non possiamo più rinunciare perchè il nostro tempo sarà lungo, ma non infinito.
E' il momento di iniziare ad affacciarci nuovamente sul mondo con un nuovo sguardo, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni e omissioni.
Sono persuasa che i dispositivi e le misure di sicurezza con le quali dovremo attrezzarci saranno utili a ricordarci anche questo, quanto la durezza di alcuni schemi mentali e comportamentali ci limiti, e allo stesso tempo quanto possiamo imparare a reinventarci costantemente nonostante le difficoltà.
Il detto cinese ci ricorda di come il cambiamento passi anche per la sofferenza e la paura, ma ci insegna che l'accettazione unita ad un ribaltamento della prospettiva è anche possibile e salvifica.
Vi auguro perciò di riprendere le vostre vite indirizzandole verso degli obiettivi sani e personali in grado di sopravvivere a qualsiasi "epidemia emozionale", avendo cura di proteggervi da esposizioni inutili, ma conservando audacia e desiderio per adattare la realtà ai bisogni del vostro cuore.
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