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R.L.

Il desiderio, fra sesso e amore (di sé)


Nel nostro contesto sociale intrattenere relazioni sessuali a vario titolo non è più un problema morale, anzi, si può dire che il vero problema è orientarsi in uno spettro sempre più ampio di possibilità.

Tutte le teorie psicologiche si sono sviluppate dalla matrice comune degli studi freudiani sullo sviluppo psicosessuale dell'individuo; sebbene esistanto tante diramazioni sull'argomento, resta fermo il concetto per il quale il nostro comportamento sessuale è strettamente legato alle caratteristiche della singola personalità.

La stessa visione tecnicista dei primi studi sessologici è ormai superata, non è più concepibile un intervento sulla sessualità della persona senza considerarne le caratteristiche psicologiche, la cultura di appartenenza, le abitudini di vita e soprattutto i suoi desideri, anche rispetto all'esito della consultazione con il professionista di riferimento.

Nel mio modo di vedere la cura dei disturbi sessuali, il desiderio si inscrive in uno spettro più ampio, cioè come "ricerca o attesa intensa di quanto è sentito soddisfacente le proprie esigenze e i propri gusti".

Prima ancora di riferirmi all'incontro con un partner, ritengo fondamentale sottolineare che è necessario conoscere i PROPRI desideri, gusti, inclinazioni per orientarsi efficacemente nelle scelte relazionali.

Conoscere troppo, troppo prematuramente o troppo tecnicamente la sessualità può diventare un limite. Per esempio, nel caso più semplice, pensiamo a quanto siano bombardati i nostri adolescenti da nozioni che non riguardano solo temi importanti come la contraccezione; i ragazzi vengono messi a confronto con performances sessuali non veritiere, immagini di Sé e del corpo erronee e anche tecniche di approccio e seduzione poco rispettose della natura dell'altro. In questa battaglia informativa e dis-informativa ne esce perdente la propensione naturale e personale del singolo individuo, la possibilità di ascoltarsi e scegliere con la propria testa.


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Sapere cosa si desidera, sessualmente e non, aiuta ad orientarsi nella ricerca del tipo di relazione da intraprendere.

Non è raro sentir parlare di sofferte "incomprensioni" con l'uomo o la donna che si frequentano sul tipo di impegno relazionale atteso o sulla disponibilità sessuale che dovrebbe dimostrare la propria compagna/o.

Le pressioni sociali o la solitudine inducono le persone ad una ricerca spietata di compagnia del sesso opposto, arrivando ad accettare dei compromessi poco soddisfacenti se non addirittura umilianti e soprattutto basati su una forma di inganno e autoinganno nel modo di rappresentarsi ed aprire il cuore all'altro. Molte coppie si separano proprio per questo: avvicinate dal bisogno piuttosto che dal desiderio reciproco, finiscono col recriminarsi atteggiamenti e opinioni in una gara a chi è più virtuoso. In queste situazioni, la cosa più triste che si verifica non è tanto la separazione in sè, quanto non essersi concessi la possibilità di conoscere e farsi conoscere.

Se è vero che si possono vincere differenze sociali, culturali, di genere e di qualsiasi altro tipo, è vero anche che questo avviene solo in una relazione dove vige il rispetto, l'amore e la spinta a rimanere uniti.

Ci sono poi situazioni nelle quali l'accordo si basa proprio sul presupposto di soddisfarsi sessualmente senza condividere altro delle proprie vite. Sono generalmente relazioni transitorie o occasionali in grado di soddisfare l'uomo e la donna che vi sono coinvolti a patto che la scelta sia condivisa.

In tutti i casi, l'elemento comune di tutte le relazioni soddisfacenti resta la chiarezza e il rispetto verso l'altro.

Le situazioni in cui si rischia di rimanere intrappolati in una dinamica di autocommiserazione ed impotenza sono quelle nelle quali uno dei due membri della relazione sia ingannato, oppure non consapevole del proprio desiderio di quel momento, o ancora "incolli" questo suo desiderio su una persona che non potrà soddisfarlo.

Per definire chiaramente un desiderio il primo impulso da ascoltare è quello interno, ovvero accogliere senza giudizio quello che sentiamo piacerci o non piacerci. A queste nostre prime sensazioni si aggiungeranno i vissuti emotivi dati dalle esperienze fatte in ambito sessuale e di coppia, i limiti imposti dalla vita adulta e dalle nostre aspirazioni e obiettivi. Si tratta di un processo in continua evoluzione poichè, in quanto esseri viventi, tutti noi modifichiamo le nostre necessità e gusti durante l'intero corso della vita.

Ciò che può rendere doloroso questo processo è l'incapacità di bastare a sé stessi ed essere presenti per noi; spesso dimentichiamo quanto sia importante prendersi cura delle nostre fragilità, pur di soddisfare il desiderio di quel momentoo di riflettere un'immagine socialmente apprezzabile.

Nella scelta del tipo di relazione e del partner dobbiamo considerare il nostro desiderio in tutte le sfaccettature: quando raggiunge lo scopo adeguatamente, quando è troppo, quando è male indirizzato.

Vittime della passione o di scelte arbitrarie, le persone hanno tutto il diritto di esprimere la loro rabbia per l'abbandono o il trattamento ricevuto o l'offesa di un sentimento non ricambiato a patto che questo serva ad elaborare lo stato emotivo negativo in modo da attribuirgli un senso propositivo nel futuro, che possa consentire di compiere scelte diverse e più soddisfacenti.

Desiderare è un fondamento del nostro sentire, di essere vivi e attivi nel mondo, perciò è importante prendersi cura e alimentare con saggezza questo fuoco. Nel lungo cammino della conoscenza di sé stessi dovremmo sempre tendere alla ricerca del maggior stato di benessere possibile, rispettando l'equilibrio ottimale fra rispetto e curiosità (di sé e dell'altro).


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